Montecchia di Crosara – 17-18 aprile 1991 – Seconda parte
Indagini - Un pódcast de Il Post

Alle due e dieci di notte Pietro Maso, un ragazzo di 19 anni, suonò alla porta di una casa. Disse: «È successo qualcosa, sono rientrato ora e ho visto due gambe oltre la porta…». Iniziò così una delle storie di cronaca che più hanno segnato gli anni Novanta: l’omicidio di una coppia, Antonio Maso e Rosa Tessari, da parte del figlio Pietro e di tre suoi amici. Le indagini furono veloci: i quattro ragazzi, uno dei quali minorenne, avevano lasciato tracce evidenti. Il duplice omicidio suscitò fortissima emozione in tutta Italia con lunghe analisi e discussioni negli studi televisivi e sui giornali, soprattutto per il movente dichiarato dai quattro esecutori del delitto: l’eredità dei coniugi Maso che avrebbe garantito al figlio Pietro e ai suoi amici-complici la possibilità di mantenere un alto tenore di vita. Fu soprattutto la figura del figlio delle due vittime, Pietro, a essere al centro dell’attenzione pubblica. Si parlò a lungo del suo atteggiamento al processo, che venne descritto come disinteressato e freddo. Pietro Maso iniziò a ricevere in carcere lettere di ammiratrici e ammiratori e anche questo fu al centro delle discussioni, così come suscitò forti polemiche la perizia psichiatrica effettuata dal professor Vittorino Andreoli, che analizzò in maniera estremamente critica il contesto territoriale in cui i quattro ragazzi erano cresciuti. Così come suscitò polemiche il fatto che ai quattro, al termine del processo, non fosse stata inflitta la pena massima. La vicenda di Montecchia di Crosara ricomparve sulle pagine dei giornali anche per ciò che accadde anni dopo, quando Pietro Maso uscì dal carcere e tornò al centro dell’attenzione. Learn more about your ad choices. Visit megaphone.fm/adchoices