Cina, Russia, Europa e Immigrazione

Inglorious Globastards - PODCAST - Un pódcast de Alberto Forchielli & Fabio Scacciavillani

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Smorzatosi l'eco delle marcette trionfali suonate durante la visita di Xi Jinping a Mosca, arriva il momento di tracciare i bilanci depurandoli dalla retorica. Innanzitutto del gigantesco gasdotto che dovrebbe rifornire la Cina di metano siberiano non si trova traccia nei documenti cinesi. Il motivo è ovvio: la Cina vuole sviluppare le energie rinnovabili e pertanto dopo il 2030 non intende affidarsi a combustibili fossili. Ne consegue che investire 95 miliardi di dollari non è economicamente conveniente. Pertanto sostituire le esportazioni di gas verso l'Europa con quelle verso la Cina è una chimera a cui il regime di #putin non può più aggrapparsi. Mentre l'offensiva d'inverno delle orde russe nel #donbas si sta esaurendo dopo un'ecatombe di battaglioni, il mafioso al Cremlino continua a trovare supporto in Italia dai grullini ai legaioli, passando per la Schlein. Nel vertice dei capi di stato della EU l'Italia ha collezionato insuccessi sia sui biocarburanti che sul dossier immigrazione. Su quest'ultimo dossier l'Italia rimedia figure di palta da decenni per un motivo molto semplice: la materia è regolata dal Regolamento di Dublino II (regolamento 2003/343/CE) adottato nel 2003 (per l'Italia, dal Governo Berlusconi II). Quindi la petulanza del governo italiano sulle responsabilità dell'Europa suscita puntualmente solo ilarità o commiserazione. Nel migliore dei casi vaghi impegni puntualmente disattesi. Infine il rifiuto di approvare la riforma del MES durante una crisi bancaria non attenua certo la reputazione di inaffidabilità del nostro paese.

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