Lettera #68.2 Banche che vai, questionario che trovi. Ognuno lo interpreta come vuole…

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Negli scorsi giorni la Consob francese (AMF), l’organismo che si occupa di tutelare i risparmiatori, ha evidenziato come le banche e gli intermediari del Paese adottano pratiche "problematiche" (così le definisce l’Authority) nella presentazione dei loro prodotti finanziari ai privati, in particolare relativamente alla tolleranza al rischio.In pratica, le banche e gli intermediari del Paese cercano di piazzare prodotti più rischiosi che sono quelli che producono maggiori commissioni per chi li raccomanda (attraverso il noto meccanismo delle retrocessioni che è anche in Francia il pilastro con il quale si regge il risparmio gestito e buona parte dei profitti del sistema bancario).È interessante capire come (AMF) ha svolto questa indagine in stile commissario Maigret. L'AMF ha, infatti, effettuato più di 200 " visite misteriose" alle filiali bancarie tra giugno e ottobre 2022, con un proprio funzionario in incognito che si è presentato ai vari sportelli come un risparmiatore "sulla quarantina" alla ricerca di " consigli di investimento a seguito di una “donazione fino a 50.000 euro” e un orizzonte di investimento di 10 anni.La “domanda sulla propensione al rischio viene posta solo la metà delle volte” dalle banche e dagli intermediari del Paese ha rilevato l'indagine. Anche “l'informazione sulle spese bancarie” viene data una volta su due.Peggio ancora, "la valutazione di adeguatezza", che è una sintesi che deve essere presentata per riassumere il consiglio dato e spiegare perché la raccomandazione formulata è adatta alla situazione specifica del cliente, è stata fornita dalle banche e dagli intermediari del Paese solo nell'8% dei casi ai risparmiatori amanti del rischio e l’11% agli investitori timorosi del rischio. Quasi il 90% dei risparmiatori, insomma, nel campione esaminato non riceverebbe quello che è un obbligo di trasparenza imposto dalla normativa in tutta l’Unione Europea. L’organo di controllo dei mercati finanziari francesi rileva comunque che la situazione è in miglioramento (sic!) da quando è stata introdotta nel 2018 la direttiva Mifid II.

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